Si aggiunge di un nuovo tassello l’emergenza 118
scoppiata ieri a Roma. Nel pomeriggio di ieri la Regione Lazio si era
affrettata a definire “finita” l’emergenza e che le ambulanze ferme in
alcuni Pronto Soccorso della Capitale avevano ripreso la normale
attività. Tuttavia, il Ministro della Salute Renato Balduzzi, che già
ieri aveva chiesto alla Regione una relazione dettagliata, ha deciso di
vederci chiaro e ha chiesto, oggi, ai Carabinieri del Nas di accertare
le reali motivazioni che hanno determinato il mancato utilizzo delle 23
ambulanze.
I Carabinieri, su indicazione del Ministro, dovranno anche
stabilire se al momento del blocco delle 23 ambulanze presso le
strutture ospedaliere coinvolte non vi erano effettivamente posti letto
disponibili. Il Ministro ha chiesto inoltre di accertare le modalità
con cui vengono utilizzate le ambulanze di soccorso private e in quali
circostanze specifiche; quante sono le ambulanze di soccorso in
dotazione al servizio Ares 118 e in che misura esse vengono utilizzate
ed in caso di parziale utilizzo accertarne le motivazioni. Infine i Nas dovranno riferire al Ministro quali sono gli accorgimenti tecnico – organizzativi
posti in essere dalle strutture sanitarie, in occasione di
sovraffollamento dei settori di emergenza – urgenza, anche tenuto conto
della prevista epidemia influenzale.
Come è possibile che ciclicamente i Pronto Soccorso della Capitale vivono periodi di caos?
L’Aduc scrive: “Vero e’ che il pronto soccorso di un ospedale e’
l’imbuto di una organizzazione che non riesce a far fronte alle
emergenze, tali o presunte”. Ma è altrettanto vero che non si è
riusciti a instaurare un sistema che penalizzi, in qualche modo, chi –
per svariati motivi, primo fra tutti una rete territoriale non attenta
alle esigenze dei cittadini – si reca in Pronto Soccorso senza che ne
ricorrano le condizioni di urgenza. L’Associazione porta ad
esempio quanto accade in Germania dove i medici di base vengono
penalizzati economicamente se i propri assistiti ricorrono al pronto
soccorso per un codice bianco. Dalle nostri parti si
era imposto un ticket sui cosiddetti codici bianchi, cioe’ quelle di
ultima emergenza. L’iniziativa – come spiega l’Aduc – si e’ dimostrata
inefficace nonostante le roboanti dichiarazioni dei nostri governanti
sull’intasamento dovuto a semplici mal di testa. Il motivo e’ semplice:
chi stabilisce il codice bianco? Il medico. E quale medico si assume la
responsabilita’ di dichiarare codice bianco un forte mal di testa o di
pancia?
L’Associazione conclude sostenendo che è necessario attivare dei
filtri intermedi, quali i medici di base e la guardia medica.
Federconsumatori, invece, punta l’attenzione su n altro aspetto, ovvero
che la situazione non riguarda solo il Lazio ma anche la Puglia e ciò’
sta A significare che la politica di revisione della spesa pubblica non
ha funzionato.
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