Cento vittime nel 2012,
una donna uccisa ogni due giorni. I dati, allarmanti, arrivano dalle
statistiche e sono ormai quasi quotidianamente confermati dalla cronaca.
L’ultima vittima, a Palermo: una ragazza di 17 anni, Carmela Petrucci,
è stata uccisa a coltellate nell’androne di casa. L’assassino, Samuele
Caruso, è l’ex fidanzato della sorella della vittima, Lucia, anche lei
ferita a coltellate.
Il termine “femminicidio” si riferisce all’uccisione di una donna in quanto appartenente al genere femminile e relativo alla violenza maschile alle donne in generale.
Il termine è in via di affermazione in diversi paesi, nelle diverse lingue. In Italia si usa anche il termine femicidio, italianizzazione del termine utilizzato nel 1992 dalle femministe statunitensi Jill Radford e Diana Russel, per il titolo del loro libro “Femicide: The politics of woman killing”.
Dall’inizio dell’anno, secondo Telefono Rosa, sono 100 le donne uccise.
Si è passati da un omicidio ogni tre giorni registrato l’anno scorso a
uno ogni due giorni. E nella maggior parte dei casi gli autori di questi
delitti sono mariti, ex fidanzati, comunque persone nella cerchia
affettiva delle mura domestiche.
L’87 per cento delle donne che hanno chiesto aiuto a Telefono Rosa
hanno subito violenza in famiglia o da quelli che potevano ritenere
fossero “i loro cari”, secondo l’indagine dell’associazione relativa al
2011.
“Non c’è una risposta adeguata a questa crescita inaudita
di dati relativi alla violenza sulle donne” dicono a Telefono Rosa
ricordando che i soldi del fondo antiviolenza sono stati ridotti.
L’escalation del fenomeno è stato denunciato la settimana scorsa anche dall’avvocato Maria Teresa Manente,
dell’associazione Differenza donna (che gestisce quattro centri
antiviolenza) in una audizione presso la Commissione per i diritti umani
del Senato. Ricordando che nel 2011 in Italia sono state assassinate
137 donne, Manente ha spiegato che “il femminicidio è l’estrema
conseguenza delle molteplici forme di violenza degli uomini contro le donne,
aumentato di molto negli ultimi dieci anni; un dato preoccupante se
comparato al fatto che a partire dagli anni ’90 sono diminuiti gli
omicidi di uomini verso altri uomini”.
Anche i dati Istat confermano quella che la presidente di Telefono
Rosa, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, non ha esitato a definire una
“mattanza che non può più essere possibile in un Paese civile”.
L’istituto di statistica sottolinea che sebbene gli omicidi siano calati (circa 1/3 rispetto a 20 anni fa), quelli in cui le vittime sono donne fanno registrare numeri alti:
nel 2010 le donne uccise sono state 156; nel 2009 erano state 172; nel
2003 il picco del decennio scorso con 192 vittime. E aumenta il tasso di
omicidi che avvengono in ambito familiare o sentimentale: circa il 70%
di questi omicidi sono compiuti da partner o parenti, dato che è del 15%
nei casi in cui la vittima è un uomo.
fonte. www.ilfattoquotidiano.it
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