Palermo, 4 ottobre 2012- Una
legge che constava di appena tre articoli e avrebbe consentito la creazione nei
Comuni siciliani di un unico registro per le unioni civili, anche tra persone
dello stesso sesso. Una legge che, nel suo testo, esplicitava il rifiuto delle
discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, e che mirava ad estendere
anche alla coppie di fatto i diritti garantiti alle famiglie ‘tradizionali’. La
norma era stata presentata all’Assemblea Regionale Siciliana da Pino Apprendi,
del Pd, ottenendo l’appoggio di altri deputati regionali, da Francesco Musotto
( Mpa), a Giulia Adamo (Udc), da Concetta Raia (Pd) a Alessandro Arico’ (Fli).
Ma non se ne farà nulla: la commissione Affari Istituzionali di Sala d’Ercole
ha deciso di non discutere il provvedimento, “pressata” dalla dura reazione
delle associazioni cattoliche, pronte ad una petizione popolare per stoppare la
norma. Lo scioglimento dell’Ars ha poi fatto il resto. Se ne parlerà, forse
dopo l’elezione del prossimo Parlamento siciliano.
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